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Reportage

Verde e fresca Irlanda

VERDE E FRESCA IRLANDA
Dolci colline e un oceano spumeggiante... Come la tipica birra Guinness!
 
 
Atterrati a Dublino troviamo subito refrigerio dalla nostra infuocata estate italiana nel Celbridge Manor, una dimora storica da favola circondata da un meraviglioso parco che per due giorni sarà il nostro hotel.
 
La città è a pochi chilometri, ma qui ci sentiamo già immersi nella storia e nelle vite dei grandi letterati irlandesi quali  Jonathan Swift, Georg Bernard Shaw, Oscar Wilde Samuel Beckett e James Joyce, che hanno sicuramente frequentato e vissuto atmosfere come questa, oltre al Trinity College e alla Old Library che visiteremo il giorno seguente con immensa meraviglia.
 
Accompagnati dalla nostra brava guida Dara (in Irlandese significa Quercia), come l'Ulisse novecentesco di Joyce abbiamo percorso a piedi il centro della città in lungo e in largo fra chiese, parchi, pub e musei: qualcuno dice che se Dublino fosse distrutta da un incendio potrebbe essere ricostruita utilizzando le descrizioni letterarie di Joyce.
 
In questo nostro peregrinare curiosi, non può certo mancare una visita al birrificio della maggiore icona irlandese, la Guinness. Prima ci vengono impartite spiegazioni teoriche di fronte alla ricostruzione dei vari macchinari ma poi si procede all'assaggio della nostra “Pint of Guinness” presso il Gravity Bar, pub panoramico tutto a vetri posizionato all'ultimo piano della fabbrica / museo dal quale si gode una splendida vista sulla città, sul suo fiume Lifely e l'Hap' Penny Bridge.
 
Lasciamo quindi la città animata di studenti giovani e giovanissimi delle più disparate nazionalità, una vera babele, ci allontaniamo dalle sue vie affollate di turisti e dal tram tram quotidiano degli irlandesi che si recano al lavoro, per addentrarci nella campagna e ammirare quegli spettacoli della natura che rendono unico il paese.
 
Prima di raggiungere la frastagliata costa ovest, ci fermiamo a Rock of Cashel dove restiamo letteralmente abbagliati dall'imponenza di questo monastero fortezza fondato da Saint Patrick, oggi purtroppo in rovina ma che forse proprio per questo risulta ancora più affascinante.
 
Nel bel mezzo di un prato verde tempestato di grandi croci celtiche, si erge la maestosa cattedrale gotica ormai senza più finestre né tetto: una San Galgano d'Oltralpe che invece del nostro cielo toscano azzurro e terso è sovrastata da nubi in perpetuo movimento e differenti forme, in quanto il luogo in cui il complesso sorge è spazzato continuamente dal vento.
 
I fiordi della costa ovest, così come le Scogliere di Moher, presentano scorci di paesaggio e punti panoramici tali da generare stupore ad ogni curva, ad ogni nuovo passo a piedi o chilometro percorso in bus.
 
Alte coste in cui il mare pare essere inaccessibile si alternano a ampie spiagge battute dalle incessanti maree e dai venti, chiuse in strette baie riparate dove si sono sviluppati noti paesini di villeggiature quale Waterville, dove lo stesso Charlie Chaplin passò le sue vacanze estive per anni, impegnato nella pesca al salmone.
 
Nulla però può competere con il senso d'infinito e d'immenso che ispirano le Scogliere di Moher: una barriera scura di roccia tra noi e il mare che si sviluppa con andamento sinuoso per chilometri e che sembra non aver fine: solo i gabbiani planando vi hanno accesso.
 
E poi un altro aspetto del sublime in natura: le Isole Aran. Come nel film documentario degli anni '30 “Man of Aran”, navighiamo ammirando il paesaggio aspro e brullo, caratterizzato dai numerosi muretti a secco costruiti nei secoli per dissodare questa terra sassosa e ricavare piccoli campi coltivabili. Il mare, anche sotto costa, è mosso ed impetuoso, un vento freddo ci accompagna per tutta la traversata, ma raggiunta infine Inishmore, la più grande delle isole, ci aspetta una giornata soleggiata, perfetta per poter godere al massimo dei suoi scorci unici
 
Ma chi dice Irlanda dice anche pecore e meravigliosi maglioni di lana: così ci fermiamo alla fattoria del pastore Brian, stupendoci di come i suoi border collie rispondano ai suoi comandi, delle numerose razze di pecore e della loro differente tipologia di manto.
 
Viaggiare è anche gustare i prodotti locali, il tè e i biscotti Scone al burro nella caffetteria del museo giardino di una storica dimora di campagna, oppure il Whisky d'orzo, produzione tipica irlandese, all'interno dello stabilimento Tullamore Dew dove una guida ci spiega tutte le interessanti varie fasi di produzione.
 
E per finire una serata con la musiche e balli irlandesi nel centro di Dublino. Un momento indimenticabile che rimarrà nei nostri occhi e nei nostri cuori.

Claudia Vignoli,
Gran Tour Irlanda
Agosto 2017


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