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Reportage

Gran Tour in Uzbekistan

Samarcanda, un nome che sembra cantare, una di quelle mete della fantasia che uno si porta in petto dall’infanzia. Strana parola: Samarcanda! Si può anche non sapere dov'è, non conoscere la sua storia, non legarla a quella di Tamerlano, ma il suo semplice suono, Samarcanda, è una promessa. [Tiziano Terzani. Buonanotte, signor Lenin].


È iniziata leggendo le pagine di questo interessante libro la mia curiosità verso un paese poco conosciuto, lontano dal nostro immaginario, situato nel cuore del grande Continente asiatico, un luogo che è stato crocevia delle più sviluppate civiltà del nostro passato.

Il viaggio si è svolto dal 9 al 17 Ottobre 2017, nel periodo stagionale migliore. Infatti l’UZBEKISTAN, per la sua posizione così centrale nel Continente, gode di un clima molto secco data la presenza di importanti zone desertiche e le temperature si fanno sentire in modo deciso sia d’estate che d’inverno. Perciò, i periodi migliori sono la Primavera, un po’ più piovosa ma ricca di paesaggi verdi ed esplosioni floreali, oppure l’Autunno generalmente più mite.

La capitale, Tashkent, è la prima città che conosciamo. Apprezziamo la sua pulita eleganza con grandi spazi verdi, ampi viali alberati, seri edifici e quartieri di epoca sovietica, immense piazze dove si affacciano gli edifici governativi, simbolo di una ritrovata indipendenza che si data all’anno 1991. In effetti, questo è un paese che ha una storia antichissima, come ci testimonieranno le vestigia delle città che visiteremo lungo la leggendaria Via della Seta, ma che ha una nuova storia da raccontare e soprattutto tutta da scrivere, che fa i conti con pochi decenni di nuova identità politica. Per circa 150 anni il Paese è stato occupato dai vicini russi, prima con l’invasione dell’Armata Rossa durante l’impero zarista che aveva riunito i 5 paesi dell’Asia Centrale in una grande regione denominata Turkestan, poi, diventando una delle cinque Repubbliche Socialiste Sovietiche facenti parte dell’Unione a noi nota come U.R.S.S. , fino alla sua disgregazione.

A Tashkent la maestosa Piazza dell’Indipendenza, dove ha sede il Senato e alcuni Ministeri è percorsa su un lato da un lungo colonnato sovrastato da un’enorme cicogna argentea, il loro simbolo di pace per eccellenza. La città è stata in gran parte devastata dal tremendo terremoto del 1966, poco rimane del suo antico passato. Abbiamo visitato il Complesso di Khast Imam comprendente il mausoleo di Kaffol Shoshiy (a cui è dedicato il complesso), ammaliati dall’uso delle colorate maioliche tipiche delle decorazioni islamiche, il museo del Corano dove è conservato il Corano più antico al Mondo, scritto sulla pelle e con sangue di daino dal Califfo Osman. Poi siamo entrati nella Moschea Nuova costruita nel 2007 (Moschea di KHAST Imam). Infine abbiamo fatto una visita al Bazar coperto più grande e famoso della città, Il Bazar Chorsu, dove frutta e verdura d’ogni tipo e colore, carni e formaggi, cereali e tante, tante spezie profumate facevano bella mostra di sé.

Il volo domestico della Uzbekistan Airways ci ha portati a circa 1100 km di distanza, direttamente nella Regione del Khorezm, nella città di URGENCH al confine con il Turkmenistan. Da qui proseguimento in bus per Khiva, detta anche Xiva, dove siamo arrivati la sera per l'ora di cena. Alla consegna delle chiavi delle camere scopriamo che l’hotel è in realtà un’antica madrassa dentro le mura cittadine, cioè una scuola coranica dove le celle usate per la preghiera e la meditazione sono ora convertite in camere per gli ospiti. È un’esperienza incredibile! La sera ci siamo ritrovati tutti per i saluti della buonanotte nel cortile interno dell’albergo sotto un meraviglioso cielo stellato, avvolti da un silenzio magico rotto solo dal canto delle cicale...

Il mattino dopo partenza per esplorare le bellezze di Khiva, affascinante e antichissima città medievale iscritta nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1991, dove il tempo sembra essersi fermato tramandandoci tanta bellezza ed armonia. E’ conosciuta come una delle fortezze lungo la Via della Seta fin dal VII secolo, diventa importante come capitale del Khanato di Khiva verso la fine del XVI sec. e viene ricordata per il mercato degli schiavi che qui venivano scambiati e venduti dai carovanieri. Una prima visita è d’obbligo alla statua di Al Kwaritzmi (Algoritmo), il matematico fondatore dell’algebra nato a Khiva. Un'altro importante medico, filosofo e matematico originario di queste terre è stato il persiano Avicenna nato a Bukhara.  Passeggiando nel centro storico interamente circondato da antiche mura di mattoni in fango e paglia, abbiamo ammirato il Minareto basso e poi visitato la Madrassa Rakhim Khan, il Palazzo del khan detto la Kunya Ark , al pomeriggio abbiamo continuato con Tosh Khovli, è un un meraviglioso compelsso dove c'era l’harem delle 4 mogli ufficiali, l’antichissima Moschea Juma (detta Moschea del Venerdì) con 213 colonne in legno ormai sconsacrata e il Mausoleo dedicato al lottatore più famoso dell’Uzbekistan, Pakhlavan Makhmud. Infine per i più audaci, salita al minareto maggiore, da dove il panorama gira a 360° su tutta la cittadella medievale color sabbia e ocra, punteggiata qua e là dai colori azzurri delle brillanti maioliche decorative.

La nostra guida, dimenticavo di presentarvelo, è il grande Nodir Ostanov! Il suo nome in uzbeko significa “prezioso”, ed è veramente un grande regalo! Ci ha accompagnato per tutto il viaggio con estrema generosità, cultura, passione per il suo paese, la sua gente, le sue tradizioni. Ci ha veramente arricchiti con i suoi racconti, la storia della sua famiglia, le spassose barzellette riportate con un perfetto italiano in tutte le sfumature regionali!!

La mattina seguente partenza per il sud, verso Bukhara, attraverso il cosiddetto deserto rosso Kyzilkum, un'infinita distesa pianeggiante, ricchissima di flora, bassi arbusti e piante, in prevalenza tamerici e ferule. Abbiamo fatto una sosta per il pranzo in una chayana, la casa del tè, un posto molto semplice dove ci hanno preparato gli spiedini di carne di manzo, pollo e montone e abbiamo banchettato sotto gli alberi terminando con l’immancabile tè nero digestivo. Proseguendo, abbiamo attraversato una vasta zona coltivata a piantagioni di cotone in pieno periodo di raccolta con tanti soffici batuffoli bianchi! Questo tipo di coltivazione è stato alla base dell’economia del paese, trasformato in una sorta di colonia per la coltivazione del cotone sotto il dominio sovietico. Tutt'oggi è un’importante fonte economica per il paese, insieme alle ricchezze del sottosuolo (idrocarburi, oro, fosforo, carbone), il suolo è stato sfruttato e le acque, chiamate ad irrigare i copiosi campi, hanno sottratto alimentazione al grande Lago d’Aral, un lago salato di origine oceanica quarto al mondo per estensione, oggi quasi completamente prosciugato da una politica aggressiva e sciagurata, uno scempio ambientale creato dalla mano dell’uomo.

Bukhara è stata un altro importante centro lungo le vie carovaniere, è conosciuta come la città Santa, ricchissima di Moschee come l'antica Magoki-Attari e madrasse, le coraniche. La religione islamica é stata introdotta dagli arabi undici secoli fa costringendo la popolazione ad abbandonare il culto del fuoco dello zoroastrismo portato dai persiani con Dario e Ciro Il Grande. La sera abbiamo prenotato la cena in un ristorante nel centro storico, approfittandone per fare una passeggiata fino alla Piazza Lyabi-Hauz con la grande vasca d'acqua e la bella Madrassa di Nodir Devan Beghi, trasformata in caravanserraglio con tanti negozietti pieni di mercanzie e stoffe di seta coloratissime. Il giorno dopo visita al Mausoleo di Ismail Samani del IX/X sec., poi al Mausoleo Chashma Ayub  (Monumento alla Sorgente di Giobbe) che oggi è un Museo dedicato all’Irrigazione, all’interno del quale si trova un alto palo con il crine di cavallo appeso antica usanza mongola sin dai tempi di Gengis Khan.

Proseguimento a piedi fino alla Moschea Bolo Hauz, col bellissimo porticato in colonne di legno colorate, si affaccia e si riflette su una grande vasca da cui prende il nome. Di fronte si trova l’Ark, la cittadella fortificata distrutta e ricostruita per ben 6 volte! Dopo un piacevole pranzo al ristorante, abbiamo attraversato il bazar coperto e siamo arrivati alla Madrassa Abdul Aziz Khan del 1657, decorata con inusuali vasi di fiori e cicogne, opera di artisti cinesi, i colori sono variegati: giallo, rosa, verdi, azzurri e oro. Il Khan ha voluto che restasse incompiuta anche dopo la sua morte. Infine arrivo alla bella piazza dove si affaccia il maestoso complesso del Kalyan (significa grande, nobile) composto dalla Moschea Po-I-Kalyan, fondata nel 1121 e poi rifatta nel 1700, la più grande del Centro Asia.

La Madrassa di Mir-I-Arab Scià dello Yemen, del XXI sec.  oggi ancora attiva. Il Minareto del Kalyan alto 47 mt e profondo 9 mt, é il più antico dell’Asia Centrale (si chiamava anche minareto della morte, perché veniva usato per gettare gli infedeli). Durante il tempo libero al bazar coperto qualcuno ne ha approfittato per fare  acquisti di gioielli, borse e tessuti in seta, oltre che dei tipici e pregiati tappeti rossi di Bukhara! Prima della cena al ristorante siamo stati a vedere uno spettacolo di danze e musiche tipiche, nel cortile di una madrassa, dove in comode panche e tavoli coperti dalle colorate tele uzbeche, ci hanno offerto del tè nero, cullati dal soave ritmo della musica orientale…. Da Bukhara, l’itinerario porta verso la meta finale: Samarcanda, la città simbolo dell’Uzbekistan, legata al nome del grande condottiero Tamerlano, Amir Temur che ha reso grande il nome delle sue terre sotto l'impero da lui governato. Prima è però doverosa una tappa alla città natale di Tamerlano, Shakhrisabz, l'antica Kesh, piccola cittadina che conserva orgogliosa i tesori del suo illustre cittadino. Per primo abbiamo visitato la Moschea Kok Gumbaz  con la cupola più grande di tutto l’ Uzbekistan , le decorazioni interne sono insolite per la tradizione islamica: palme dipinte da artisti di origine indiana e cipressi proposti da artisti iraniani; di fronte si trova il Mausoleo. Poi una passeggiata nel bellissimo e nuovo parco antistante fino al Mausoleo Timuride dove è sepolto il figlio di Tamerlano, ucciso in battaglia e altri suoi discendenti.  Il sogno di Tamerlano era di essere sepolto a Kesh, Purtroppo, nel XVI secolo il khan di Bukhara aveva fatto distruggere il mausoleo da lui costruito. Da lontano si può scorgere la figura della statua di Tamerlano e i contorni dei resti del palazzo Aq Saray, detto Palazzo Bianco, fatto erigere da Tamerlano. Il suo portale era alto 70 mt ed era composto da 500 stanze per tutta la sua famiglia con mogli e figli, attualmente l'altezza è 38 metri, era circondato da mura difensive, ma tutte le vecchie case in fango sono andate distrutte dal khan di Bukhara per invidia della grandezza di Tamerlano, i pavimenti erano in maioliche e le pareti tutte dipinte a colori. Dopo pranzo proseguimento per Samarcanda e sosta lungo il tragitto presso un'accogliente comunità di agricoltori, che ci ha offerto pane dolce, tè nero e tanti prodotti artigianali a base di lana di pecora, come tappeti, cinture, arazzi, cappelli, babbucce, in tante colorate e fantasiose versioni.

In serata siamo arrivati nell’hotel a Samarcanda, un moderno hotel in stile eclettico con ampie camere, mobili e decorazioni in oro e colori sgargianti ad ogni piani! Estremamente piacevole e confortevole.

La due giornate seguenti sono tutte dedicate alla perla dell’Uzbekistan, una città incredibile, con una ricchezza tale da non poterla descrivere! I poeti e gli storici dei secoli passati hanno chiamato questa città l’Eden dell’Oriente Antico, la perla preziosa del mondo musulmano, Roma dell’Oriente. Tante volte Samarcanda è stata distrutta dai vari conquistatori. Ma come l’Araba fenice è risorta dalle ceneri.

La Piazza Registan con le stupefacenti madrasse ai 3 lati della piazza, dagli imponenti portali decorati con le più belle maioliche azzurre, capolavori indiscussi dell’arte islamica: la Madrassa di Ulugbeg, la più antica delle tre con bellissime raffigurazioni a tema astronomico, la Madrassa Sher Dor con due figure di leoni ruggenti e la Madrassa Tillo-Kori (tutta d'oro) con scintillanti decorazioni in oro! Non basterebbe un giorno intero da dedicare ad ammirare la magica bellezza di questo luogo, infatti la sera ci siamo tornati per fotografarla alle luci della notte. Il Mausoleo Gur-Emir con la tomba di Tamerlano in nefrite nera e quelle dei figli e del nipote astronomo, con la bella cupola scanalata che si ammira dall'esterno, è uno dei simboli della città. Le particolari vicende di questo monumento hanno ispirato la leggenda sulla Maledizione di Tamerlano... La sorprendente Moschea di Bibi Khanym, la prima moglie di Tamerlano; il mercato bazar SIAB dai mille colori e profumi d’Oriente; l’Osservatorio di Ulugbeg, il nipote astronomo di Tamerlano, che senza l’ausilio del telescopio nel XV sec. aveva già catalogato le coordinate di più di 1000 stelle e di 5 pianeti!! Infine la necropoli di Shakhi Zinda, un viale pieno di mausolei rivestiti e decorati anche internamente con maioliche d’ogni tipo, mosaici e motivi a rilievo che uniscono tutti gli stili artistici e tutte le epoche con le varie influenze arabe, azere, indiane… percorrerlo sotto un cielo plumbeo e minaccioso di pioggia, sorvolato da stormi di corvi neri, è stato qualcosa di veramente emozionante…

Nel viaggio verso la stazione ci siamo fermati ad un laboratorio di tappeti di seta e alla fabbrica artigianale di carta di seta, che produce una pregiata e lucida carta ricavata dalla corteccia dell'albero di gelso, presente in tutti i giardini delle città. Era una tradizione andata perduta con l'introduzione della carta chimica, molto più economica e sottile, per il momento solo questa fabbrica ha ripreso questa antica lavorazione.

Samarcanda ti lascia a bocca aperta, senza parole, ed è così che, sazi delle nostre emozioni, abbiamo passato le ore sul treno veloce che collega Samarcanda alla capitale. Un’ultima notte in albergo e poi la sveglia mattutina, il bus ci ha portati in aeroporto per il volo di rientro con scalo a Istanbul.

Grazie a tutti i partecipanti che hanno condiviso con me questo viaggio mostrando tanta allegria, curiosità e infinito stupore. È stato meraviglioso, interessante e sorprendente, un viaggio che consiglio a tutte le persone che amano la scoperta, il confronto e l'apertura verso nuove culture.

 
Nicoletta Tenderini
Gran Tour lungo la Via della Seta
Ottobre 2017
 
 

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