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Reportage

Un paese da svelare: l’Iran

Un paese da svelare: l’Iran

Sorvolando Tehran si apre sotto di noi una distesa di luci flebili: arriviamo di sera e, come per ogni grande città, strade e palazzi sono illuminati ma in modo apparentemente più delicato. Noi donne ci prepariamo a scendere dall’aereo, ci confrontiamo su come metterci l’hijab (il velo) che qui in Iran per motivi di rispetto religioso è obbligatorio.

Tehran sembra essere rivestita dello stesso pudore ed eleganza semplice delle donne, niente di vistoso e marcatamente appariscente, eppure visitandola con la nostra brava guida Mahnaz si “svela” con tutto il suo fascino e nei suoi tesori più nascosti.

Passiamo dalle meraviglie dei reperti delle antichità persiane del Museo archeologico nazionale a quelle più recenti del periodo degli Scià con la magnificenza dei gioielli (museo nazionale dei gioielli) e dei palazzi (Palazzo Golestan).

Dalla capitale ci dirigiamo in direzione sud e saliamo fino a circa 3.000 metri tra i monti Karkas per raggiungere Abyaneh. Il paesino si presenta come un dedalo di strette strade in pietra che si snodano tra edifici costruiti interamente in friabili mattoni rossi di terra locale: i pochi abitanti vivono ancora di antichi mestieri e non è difficile incontrarli per strada con i colorati vestiti tradizionali.

Tutt’altro aspetto ha invece Esfahan: il fascino unico dei colori delle ceramiche in piazza Naqsh-e Jahan, l’architettura unica del palazzo delle Quaranta colonne con il suo giardino conosciuto come Padiglione dell’Ottavo paradiso, la ricercata semplicità della Moschea del Venerdì con le originali decorazioni a mattoni su colonne e volte, il quartiere armeno e la bellissima cattedrale di Vank con gli splendidi affreschi al suo interno.
Passeggiare al tramonto e di sera nella piazza Naqsh-e Jahan è un’emozione continua, i colori delle cupole, delle facciate dei palazzi e dei lunghi porticati cambiano di continuo: non sembra di essere mai nello stesso luogo, queste luci, suoni e voci resteranno per sempre impresse nel nostro cuore.

Con dispiacere lasciamo questa magia, ma altre tappe ci aspettano con nuove sorprese.

Naim seppur piccola, vanta una moschea e un centro storico molto interessante, tutto costruito in una dorata e fragile argilla pressata ove svettano alcune torri utilizzate per rinfrescare gli ambienti interni.

In breve si raggiunge Yazd, la città degli zoroastriani: un culto religioso religioso antichissimo che è ancora molto seguito in questa zona.  Visitiamo il tempio dove si venera il fuoco sacro (che si conserva dal 470 a. C.) e le Torri del silenzio. Quest'ultime erano in realtà luoghi di sepoltura alquanto particolari: il corpo era considerato impuro e quindi veniva lasciato in cima a queste torri così da non contaminare né la terra né il fuoco. Erano gli avvoltoi a consumare pian piano la carne.

Yazd vanta anche una splendida Moschea del venerdì (Jameh) completamente ricoperta di piastrelle colorate; siamo in pieno centro storico e le strade sembrano un labirinto, alcune passano sotto le abitazioni e sono come lunghi tunnel, altre sono alquanto tortuose e si aprono su piccole piazze.

Al secondo piano notiamo molti tetti a terrazza. Mahnaz, la nostra guida, ci porta in una di queste, dalla quale possiamo vedere le cupole colorate delle moschee e le particolari torri di ventilazione che danno refrigerio alle case. Ci godiamo lo spettacolo del tramonto sulla città sorseggiando un dolcissimo succo di melagrana.

Già è il momento di proseguire il viaggio verso Shiraz, la città del poeta Hafez; qui si trova il suo mausoleo circondato dai giardini Musalla. Molti studenti e visitatori di ogni parte dell’Iran si radunano in questo luogo di pace per rendergli omaggio e recitare le sue poesie celebrandone la  memoria.
Il fascino della città si nota anche nelle sue architetture: la Moschea Rosa (Masjed -e-Nasir al Molk, con i suoi raffinati decori floreali e la splendida sala di preghiera in cui i riflessi delle vetrate colorate creano un caleidoscopio di disegni sui tappeti) e l’Orangerie (un’elegante casa persiana ottocentesca: residenza di ricchi mercanti si affaccia con il suo porticato a specchi su un grazioso giardino dove fontane, bacini d’acqua e piante da frutto donano refrigerio ai visitatori).

Shiraz e il sud dell’Iran sono noti soprattutto per le maestose rovine di quello che fu uno degli imperi più importanti dell’antichità, l’Impero Achemenide.
La prima tappa la facciamo a quella è sempre stata considerata la Tomba di Ciro il Grande; lo stesso Alessandro Magno durante il saccheggio di Persepoli si rifiutò di distruggerla per rispetto di questo grande condottiero. La struttura ricorda uno ziggurat mesopotamico: posta su un’alta piattaforma è ben visibile fin dall’ingresso in tutta la sua imponenza.

Ben altre caratteristiche hanno le tombe dei re persiani di Naqsh-e Rostan: qui si celebra la memoria di Dario I, Serse I, Ataserse e Dario II. I quattro sepolcri monumentali sono interamente scavati nelle pareti di roccia e tutti a notevole altezza dal suolo. Ad altezza d’occhio invece ci sono altri notevoli rilievi di epoca sassanide, scolpiti ben 800 anni dopo.

Il nostro tour ha  il suo culmine con Persepoli, la mitica città di Dario il grande, ove le estesissime rovine ci fanno comprendere lo sfarzo e la bellezza del complesso. Posta in un’altura, la città ci accoglie con la porta dei leoni per condurci pian piano al palazzo, al cospetto del re. Come usavano fare le delegazioni di tutte le parti del mondo conosciuto, passiamo anche noi attraverso schiere di soldati scolpiti nelle altre porte d’ingresso del palazzo, percorriamo quella che fu la sala dalle cento colonne e saliamo la scala che conduce all’Apadama (la sala delle udienze). Il muro della scalinata che porta alla sala è ornato da meravigliosi bassorilievi: qui sono raffigurate i vari ospiti ognuno con le connotazioni fisiche e gli abiti tipici del proprio paese, mentre recano doni al grande Dario. Arrivati al punto più alto del complesso si domina la “pianura della luce” (Marv-e Dash), la vista è imbattibile; qui si comprende a pieno la grandezza e potenza degli imperi persiani.

Con la cittadella Karim Khan, il bazaar e il caravanserraglio (parola iraniana che indica l’alloggio di carovane) di Shiraz si conclude il nostro straordinario viaggio in Iran. Un paese antichissimo cha ha contribuito in maniera sostanziale anche alla crescita della nostra Europa. Tante meravigliose città, un popolo accogliente e cordiale: questa è la Persia, sospesa fra passato e contemporaneità, fra Oriente e Occidente.

 
Claudia Vignoli,
Gran Tour Iran,

Novembre 2019


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