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Reportage

Gran Tour dei Paesi Baschi

Da San Sebastián, passando per Santander, Santillana del Mar, Vitoria Gasteiz, Burgos, Bilbao (che ci ha accolto nel pieno dei festeggiamenti della “Semana Grande”) fino a Pamplona e la francese Carcassone: è il Gran Tour dei Paesi Baschi che in estate ha visitato queste belle località della Spagna orientale.
Oliviero, attento osservatore, ha messo in parole alcune interessanti osservazioni al ritorno dal viaggio.

 

GRAN TOUR DEI PAESI BASCHI

Abbiamo bussato alla porta dei Baschi e ci hanno aperto il loro cuore. Qualcuno scriverà un giorno, se non lo ha fatto già, biografie di guide. Guide turistiche, novelli Marco Polo, che aprono le porte di città lontane ad occasionali turisti. Allora, forse, verranno ricordati Teresa, Pilar, Nicola, Gaetano, Antonella... le nostre guide nelle visite di Bilbao, Santander e Santillana, Burgos, Vittoria, Pamplona... Ma anche gli altri che, come innamorati, ci hanno raccontato il loro attaccamento per Santander e per Carcassonne. 

Ad una sintesi, di questo tour può emergere la centralità del sacro: nello spazio delle geografie e nello scorrere del tempo, fino al nostro cambiare le notti per i giorni, la luce artificiale con i due "lampadari" creati da Dio per il giorno e per la notte. Intorno a questo nucleo del sacro, tutta una gran voglia di moderno, per orizzonti vasti come quello della bionda Meseta. Le meridiane sembrano appartarsi al nostro apparire. Se la bruma atlantica cede al sole, la corsa è al mare.

Forse Teresa più di altri ha impersonato per noi lo spirito basco. Può averlo suggerito il costume, la fierezza del testimoniare una tradizione, l'emozione con cui ha intrapreso il rapporto con noi, il suo richiamo costante a conoscere e ricordare il passato per garantirsi un futuro, il suo apprezzamento per la trasformazione di Bilbao in città europea e di grande richiamo.  Non è stato difficile veder apparire, dietro la sua, l'immagine del fondatore della Compagnia di Gesù, quella di Che Guevara, l'altra di Evita Peron... e il loro senso della realtà. Così abbiamo pranzato in una delle vecchie vie, ad un piano alto con la parete affrescata in modo inequivocabile, sorpresi dal canto patriottico di giovani baschi. Terra di boschi e di pescatori, ma anche di acciaio e del titanio delle scaglie di cui si veste il Guggenheim.

Lungo le vie dei nostri pellegrinaggi, già abitatori in patria di città toccate da percorsi di pellegrinaggio, entreremo ancora, col ricordo, per la porta di Burgos e sogneremo la Festa dei tori di Pamplona sorseggiando sangria nel caffè che piacque ad Hemingway. Oro della vasta campagna agostana e blu del cielo e dell'oceano non lontano, come in un retablo, abbracciati dalle cime ancora lontane ed azzurre di Pirenei.

Oliviero Appolloni,
Agosto 2016


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