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Racconto di viaggio in Polonia

Racconto di viaggio in Polonia
 
Il lavoro di tour leader non è mai scontato: fare il “turista di professione” è un mestiere ricco di fascino ma anche di grande impegno. Dal momento in cui inizia il viaggio sei completamente immerso nel ruolo, 24 ore al giorno, senza pause e aperto a tutti gli “imprevedibili imprevisti” che, nonostante l'impeccabile organizzazione, possono capitare quando sei in giro per il mondo. Con queste premesse è chiaro che non è mai semplice fare un viaggio di diversi giorni accompagnando un gruppo di persone: parti sperando che tutto vada bene e durante il viaggio ti fai in quattro perché ogni cosa vada nel modo giusto affinché tutti siano felici dei giorni trascorsi insieme, ed è quella la nostra più grande soddisfazione; esattamente la sensazione che ho provato al ritorno da questo Gran Tour della Polonia.




"Chi salva una vita salva il mondo intero"
Questa è la frase che si trova sulla lapide fuori dalla famosissima fabbrica di Schindler, a Cracovia. Parte del nostro Gran Tour della Polonia è passato inevitabilmente da qui, attraverso un posto pieno di storia che è diventato famoso, oltre che per il famoso film di Spielberg, proprio grazie alle tante vite che furono salvate dall'allora proprietario della fabbrica da cui ha preso il titolo il film. 

Prima di entrare nella meravigliosa Cracovia, il nostro tour ha visitato i tristemente noti campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, dove troppi innocenti hanno perso la vita. Tante volte si è sentito parlare di questi posti e tante immagini e video si sono viste, ma bisogna venire qui, di persona, per capire quanto dolore e sofferenza sono passati in quei luoghi. 

Il viaggio è proseguito verso Czestochowa, città famosissima per il suo tempio di Jasna Gòra dove è conservata l'icona della Madonna di CzÄ™stochowa che si crede dipinta dall'apostolo Luca. È così cara al popolo polacco che la città si è meritata il titolo di "Capitale della Corona di Polonia". Durante la mattinata libera c'è stato il tempo di riposarsi e gustarsi lo spettacolo di gruppi di giovani festanti che salivano al santuario ballando e cantando preghiere nella loro lingua. Per qualcuno c'è stato anche tempo per una breve messa in Italiano. 

Dopo questa bella mattinata, abbiamo proseguito il nostro viaggio verso Varsavia, città che è stata quasi completamente rasa al suolo durante la Seconda Guerra Mondiale ma poi ricostruita in tutto il suo splendore odierno. Varsavia è una città che ha due facce: quella moderna, dove alti palazzi e centri commerciali fiancheggiano il grande Palazzo della Cultura costruito ai tempi della dominazione russa, e quella antica, ricostruita anch’essa ma che conserva ancora il sapore della Varsavia di un tempo, specialmente nella piazza del mercato dove spicca la statua della Sirena di Varsavia, protettrice della città.  

Il nostro viaggio ci ha portato poi a Cracovia: una città piena di vita e multiculturale. Ci siamo goduti tutto il suo fascino partendo dalla piazza principale fino ad arrivare al castello, posto in collina, per ammirare la Cattedrale. 

Tappa obbligatoria per chi si trova da queste parti sono le miniere di sale di Wieliczka, patrimonio dell'Unesco: sono di una bellezza unica per tecnica e maestosità. La miniera raggiunge una profondità di 327 metri e presenta gallerie e cunicoli per un'estensione totale di più di 300 km; al suo interno c’è addirittura una chiesa interamente scavata nel sale e tantissime statue scolpite dai minatori.  

Nel nostro ritorno verso l'Italia ci siamo soffermati a Bratislava, in Slovacchia, dove in ogni angolo della città ci si può imbattere in strane statue di bronzo pronte a scrutare il visitatore ignaro, concedendosi poi per una bella foto ricordo. In serata con alcuni dei più impavidi siamo saliti sulla cima della torre UFO da dove si può ammirare una panoramica completa di Bratislava.

Breve sosta poi a Graz, in Austria, e poi dritti verso Arezzo per un totale di 3500 km. 

Finalmente a casa eravamo tutti molto stanchi ma con un bagaglio pieno di bellissimi ricordi ed emozioni che hanno reso il tutto molto più leggero!

Jacopo Nardoianni,
Estate 2016

 


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