Reportage
Marocco: una terra tra due mondi
Questa primavera siamo tornati in Marocco con il tour della Pepita dal 24 Aprile al 1 Maggio. Abdul, la nostra guida marocchina, si è complimentato per la scelta dell’itinerario che percorre tutte le più belle zone del paese, unendo il fascino delle strette e chiassose medine nelle capitali imperiali e di quello che i francesi hanno definito il “Marocco inutile” dove il tempo sembra essersi fermato, come in un fotogramma, dentro e fuori le possenti mura delle mitiche kasbah berbere.Atterrando a Casablanca con un comodo volo diretto da Roma, i primi due giorni sono stati dedicati alla visita delle città imperiali: Rabat, oggi capitale del paese, Meknes e Fes. Le dinastie marocchine che si sono susseguite nel corso dei secoli hanno lasciato tracce memorabili nelle città prescelte come sede reale. Mura difensive, porte di accesso con stupefacenti decorazioni di stucchi e maioliche dai colori vivaci e contrastanti, moschee di cui si può solo intravedere l’ampio cortile di ingresso, alti minareti, madrase con pareti e colonne che sembrano pizzi e ricami. È forte il richiamo e il legame alla terra andalusa, che sotto la dinastia degli Almohadi ha visto iniziare uno scambio di culture e di etnie fra il Marocco e la Spagna. Le città marocchine sono state grandi bacini di affluenza delle migrazioni di ebrei espulsi dalla Spagna cattolica e in cerca di rifugio. Ci sono tutt'oggi storici quartieri ebrei e sinagoghe in varie città marocchine. Pochi chilometri distante da Meknes, un'altra scoperta del viaggio: l'antica città romana Volubilis, sotto protezione Unesco. È un sito archeologico impressionante, dove si passeggia piacevolmente fra le rovine di archi, palazzi e nobili abitazioni con pavimenti ricoperti da preziosi mosaici, che fanno emergere colori incredibili sotto uno spruzzo d'acqua... persino le bianche cicogne lo hanno scelto come luogo privilegiato costruendo arditi nidi in cima alle colonne di marmo!
Poi la partenza per il Sud in un viaggio pieno di emozioni. Tutti con gli occhi incollati ai finestrini da cui si vedevano scorrere paesaggi indescrivibili. Dalla foresta di cedri del Parco di Ifrane, luogo di villeggiatura montano con curati giardini e chalet di legno, sito prediletto dell’attuale Re Mohmed VI, fino agli altopiani aridi punteggiati da poche chiazze verdi o colorate, generose donazioni della Primavera, per arrivare infine al canyon dove il fiume “oued” Ziz scorre arrendevole e blu sino a scomparire dentro al palmeto dell’oasi di Tafilalet. Non si può immaginare la sorpresa che si prova quando la terra inizia a colorarsi di ocra intenso, quasi arancione fuoco, e improvvisamente dal nulla compare un fiume verde che serpeggia e ondeggia. Qui le frondose palme custodiscono un ricco suolo che regala tanti prodotti ortofrutticoli, che riescono a far vivere intere comunità alloggiate nelle case dei kasr, i piccoli e antichi villaggi fortificati che nascono ai margini delle oasi.
Una volta alloggiati nel bellissimo hotel Belere di Erfoud, ci siamo preparati per andare in escursione serale all’Erg Chebbi, nei pressi di Merzouga, una vasta zona di dune di sabbia sahariana accumulate dal vento. I fuoristrada ci hanno scortato lungo le piste di sabbia fino ai piedi delle dune. Poi la guida ci ha consigliato un tuffo dentro questo mare arancione, dove non si vede la fine ma solo un ondeggiare di morbide curve, a fatica, si affondano i piedi nella sabbia fino alle ginocchia, ma quello che si vede dall’alto delle creste percorse dalle folate ventose è indescrivibile! I più coraggiosi hanno affrontato il viaggio a dorso di alti e flemmatici dromedari, dondolando ad ogni sobbalzo…
Questa è anche la zona dove, per milioni di anni, si sono stratificati i resti fossili dei fondali marini che ricoprivano tutto il territorio del Marocco. Ogni giorno enormi blocchi di marmo vengono estratti e sezionati per ricavare piccoli oggetti, lastre intere di marmo con molluschi e ammoniti cristallizzati.
Il giorno dopo si prosegue per Ouarzazate, di nuovo attraverso vallate e altopiani dove i popoli, prevalentemente di origine berbera, da sempre vivono in perfetta sintonia con ciò che la generosa natura offre, impegnando con ingegno e fatica le preziose risorse d'acqua. Si visitano le imponenti gole create dal fiume Todra, un lungo e spettacolare canyon con pareti color ocra a strapiombo sul letto del fiume. Si percorre a piedi con un’agevole passeggiata, costeggiando case, angoli ombrosi per il ristoro e botteghe di tappeti, artigianato e stoffe variopinte. Questa tranquilla cittadina, ordinata lungo colorati e verdi viali, è indiscutibilmente legata al mondo del cinema. Infatti ospita un interessate Museo del Cinema e ben 4 importanti studios cinematografici, dove sono stati girate grandi produzioni di film dal genere storico-epico, biblico o fantasy. Lawrence d'Arabia, L'ultima tentazione di Cristo, Un tè nel deserto, Kundun, Il gladiatore, Il gioiello del Nilo, Prince of Persia, per elencarne alcuni.
Pochi chilometri a Nord di Ouarzazate, si visita la kasbah più famosa del Marocco, annoverata nel Patrimonio Unesco, Ait Benhaddou, una vera cartolina! Un insieme di case fortificate, oggi in pieno restauro, con merlettature, torrette e decori geometrici, simbolo del popolo berbero, che si inerpicano su una collinetta, dall’alto della quale si può godere un panorama a 360°!
Ora Marrakech ci aspetta! Ma i chilometri da percorrere sono ancora tanti e prima dobbiamo valicare il passo di Tizi n’Tichka a ben 2260mt. Qui stanno lavorando per ampliare la viabilità fino a 3 corsie e rendere più agevole questo valico, molto utilizzato anche da camion per il trasporto delle merci. Il passaggio è molto suggestivo, panorami mozzafiato si alternano dietro i vetri del nostro bus, poi una breve e “gelida” sosta e la discesa attraverso verdi vallate in piena esplosione floreale!
Il governo sta facendo molti sforzi per modernizzare il paese e renderlo più democratico, lo sguardo è rivolto verso il futuro e l’attuale Re, molto amato dal popolo, crede in un Marocco economicamente più indipendente e forte, in un Islam moderato che si differenzi dal resto dei paesi più integralisti.
Alla fine di questa sesta giornata di viaggio, arriviamo a Marrakech, la città più famosa e più turistica del Marocco, sede dell’ultima Conferenza Mondiale sul Clima, svoltasi lo scorso Novembre 2016. La nostra guida ci ha proposto un giro in calesse nel centro città, purtroppo dobbiamo rinviarlo perché una fragorosa pioggia ci accoglie all' arrivo!
Il giorno dopo, l’ultimo del tour, è tutto dedicato a questa ammaliante città. È forte il contrasto fra tradizione e folklore che si respirano dentro le mura della medina, nei ricchi palazzi decorati a maioliche, vetri e stucchi, nei riad, nel coloratissimo e profumato souk, e la bellezza moderna della Ville Nouvelle con grandi boulevard costellati di palme, giardini fioriti, centri commerciali modernissimi, lussuosi alberghi illuminati a giorno. Ma la regina è lei: la grande piazza Jemaa El Fna, di giorno quasi sonnecchiante sotto la vigile presenza del vicino minareto della Moschea Koutoubia, di notte elettrizzante con le sue calde luci, il suono dei tamburi, gli acrobati, gli incantatori di serpenti e ammaestratori di scimmiette, l’incessante scorrere di gente, lo scoppiettio della carne e delle verdure grigliate nei banchi gastronomici...
Un caffè dalla terrazza panoramica del Café Glacier e… Eh sì: possiamo salutare così questo meraviglioso paese che ci ha accolto, fatto sognare, che ci ha stupiti e meravigliati con la sua lunga storia di guerre ma anche di accoglienza e tolleranza. E che guarda al futuro con ottimismo e speranza.
Nicoletta Tenderini
Aprile 2017
Aprile 2017
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