Con la Pepita nel Grande Ovest

Reportage

Con la Pepita nel Grande Ovest

Perché fare un viaggio nell’Ovest degli Stati Uniti? Perché questi grandi spazi sono i luoghi della nostra memoria culturale: San Francisco, il Grand Canyon, Hollywood, Las Vegas... Abbiamo visto, letto e sentito raccontare di questi posti da sempre, finché finalmente arriva il momento di scoprire in prima persona cosa significa camminare per le strade di San Francisco, osservare l’immensità dal bordo del Grand Canyon, viaggiare sui lunghissimi rettilinei che portano alla Monument Valley, tirare la leva di una slot machine a Las Vegas, osservare i surfisti che sfidano le onde dell'Oceano Pacifico sulla costa della California.

Questo è più o meno quello che uno si aspetta di trovare... E lo trova davvero! Perché l’Ovest degli Stati Uniti è bello, grande, selvaggio, divertente e poetico: è proprio come lo avete visto nei film! Ma quello che rende indimenticabile il viaggio sono anche e soprattutto le cose minori: le persone stravaganti di San Francisco, i piccoli villaggi nel deserto che paiono essersi fermati al tempo dei pionieri, i fast food e i ristoranti che sembrano usciti da un film di Tarantino, i gentilissimi ranger dei parchi e i tanti, tantissimi chilometri on the road, percorsi con un bel gruppo di persone!

CON LA PEPITA NEL GRANDE OVEST
Dalle città della costa californiana ai parchi più belli del mondo,
4800 chilometri on the road sulle strade americane

Eccoci finalmente atterrati a Los Angeles. Il risveglio nella Città degli Angeli ci porta sulle orme dei divi: Hollywood, Rodeo Drive, con i luoghi di Pretty Woman, il Walk of Fame, con le stelle dorate e le impronte di scarpe e mani di artisti di tutto il mondo, fino alle spiagge di Santa Monica e Venice.

Dopo una breve sosta a San Diego, la più ispanica delle città californiane, ci addentriamo nel deserto di dune e di sassi dove i cactus la fanno da padrone. Il giallo delle sabbia lascia il campo alle infiltrazioni ferrugginose delle rocce, dalla California alla ben più arida Arizona sino al Gran Canyon, la cui vastità lascia attoniti. Solo sorvolandolo in elicottero se ne coglie l'incredibile maestosità: sembra impossibile che un semplice fiume come il Colorado possa aver fatto tutto questo.

Seguendo sempre il corso del Colorado ci dirigiamo verso la riserva Navajo, estesa in un territorio grandissimo, conosciuta come Monument Valley e diventata famosa per il film di John Ford "Ombre Rosse". Sulle note di Ennio Morricone e con guide Navajo percorriamo le piste del parco dalle inconfondibili formazioni rocciose: la South Window, il gallo, le ballerine, la teiera e addirittura lo stivale di John Wayne.

Lasciata la terra di questo orgoglioso popolo, valichiamo di nuovo il confine ed entriamo in Utah: qui un nuovo miracolo della natura ci aspetta: il Bryce Canyon. Le sue formazioni a pinnacoli di sabbia rosata, hanno sulla cima un cappello di calcare bianco come vi fosse nevicato; scendere a piedi nel canyon è un'emozione davvero unica: ti senti sovrastato da pareti di roccia altissime, quasi una navata di una cattedrale gotica.

Dopo aver traversato l'immensa riserva d'acqua della diga di Lake Powell, si percorre lo Zion Park, ricco di alte piante e montagne calcaree, per poi entrare in Nevada con le sue immense pianure desertiche. Siamo arrivati alla favolosa Las Vegas.

Luci laser, costruzioni eccentriche e coloratissime, insegne e musica ovunque; ci ritroviamo prima sotto un'illuminata Tour Eiffel con un attiguo Arco di Trionfo e appena traversata la strada abbiamo di fronte lo specchio d'acqua dell'hotel Bellagio con la sua architettura raffinata e i giochi d'acqua delle sue fontane di pura ispirazione italiana.

A pochi isolati di distanza un'altra città italiana ancora più famosa e attinente alla verità: Venezia. Le architetture del Palazzo Ducale, del Ponte del Rialto e della Torre di San Marco contrastano con la transitata via di fronte, ma appena superato il portale d'ingresso ci troviamo tra le calli e lungo i canali della mitica città lagunare dove navigano anche le gondole. Piazza San Marco ci accoglie come una corte interna causando un effetto straniante, non sappiamo se siamo fuori o dentro l'edificio, solo il cielo del tramonto ci fa comprendere la straordinaria finzione.

Di giorno tutto si spegne e la città sembra dormire... Ma noi no: un altro paesaggio unico e originalissimo ci attende: la Valle della Morte con Zabriensky Point e l'immenso lago salato. Non ci stupiamo che un punto panoramico venga chiamato "la tavolozza del pittore"; mai si potrebbe pensare a quante sfumature di ocra e giallo esistano in natura.

Di buon mattino, prima che Las Vegas si svegli, ripartiamo per la California, lasciamo i deserti e i canyon per addentranci nella catena montuosa della Sierra Nevada e visitare il mitico parco di Yosemite. Ci attendono fitti boschi di conifere, animali di ogni sorte, speroni di roccia granitica, specchi d'acqua e cascate.

Il rinfrescarsi delle temperature ci prepara alla ben più fresca San Francisco: citando e non smentendo Mark Twain: "L'inverno più freddo che ricordo è stato un'estate a San Francisco!". Effettivamente la città, seppur bellissima, ci accoglie con i suoi 15° e con il vento freddo, ma neppure questo ci scoraggia a fare una corsa in Cable Car (i tipici tram storici aperti), a passeggiare per China Town, o ad attraversare il mitico Golden Gate Bridge. Troviamo un po' di caldo e di ristoro solo a Sausalito, oltre la baia, da cui si può ammirare il più suggestivo panorama sul ponte e sull'isola di Alcatraz.

Il viaggio volge al termine: percorrendo la bella strada sul mare rientriamo a Los Angeles, senza però strascurare le mitiche località chic della costa californiana: la penisola di Monterey, Carmel, la costa di Malibu e infine Santa Barbara.

Claudia Vignoli,
Agosto 2016